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ROUTE

 “TRASFORMATI E DIVENTA … PELLEGRINO DI SPERANZA”

Il Masci Piemontese ha organizzato una route dal 1 al 4 maggio dal titolo “Trasformati e diventa… pellegrino di speranza”, che ha visto la partecipazione di numerose comunità

della nostra bella nazione.

La route è partita da Donato Biellese destinazione Oropa, passando per il Santuario

Mariano di Graglia e il meraviglioso borgo di Bagneri, dove la comunità Biellese ha un

importante base scout; come ultima tappa il santuario di Oropa, dal quale sabato mattina

ha avuto luogo un’escursione al lago delle Bose.

La prima tappa da Donato al Santuario di Graglia ci ha impegnati per circa sei ore di

cammino. Durante il “viandare”, momento che ti dà la possibilità di entrare in te stesso e

pensare, riflettevo su questo: come scout siamo sempre in cammino; già da lupetti si viene

educati ai valori della strada, la strada vista come punto di incontro, di comunità e di

fratellanza e non solo di passaggio; strada che ti permette di sperimentare la forza e la

perseveranza, affinché nella vita di tutti i giorni ricordiamo cosa vuol dire essere

perseveranti.

La strada contraddistingue lo scout anche quando non cammina, aiuta ad esempio a

liberarsi di quello che non è veramente indispensabile nello zaino: nella vita potremo fare a

meno di tanti beni materiali che la società consumistica ci impone.

La strada è essenzialità. Ci aiuta a spogliarsi del superfluo perché pesa sulle nostre spalle

e a scoprire che pesa anche nei nostri rapporti con gli altri, nella nostra visione del mondo

e nella considerazione di noi stessi. Strada è riscoprire che le cose importanti si portano

nel cuore, nelle parole, nei gesti e non nello zaino.

La strada ti fa sperimentare sulla pelle, e non perché imposti o raccontati da altri, valori alti

e nobili, è un’esperienza reale, non teorica, è avventura, sfida ingaggiata con se stessi e i

propri limiti, insegna a conoscere se stessi e gli altri.

Strada è affidarsi agli altri, ma anche osservare la propria vita, riflettere, maturare delle

scelte, è capacità di guardare avanti nonostante la fatica, è non scoraggiarsi e, perché no,

ridere e scherzare, anche se dovesse piovere. É la sfida a fare un passo in più,

sopportando sete e fatica.

Serve a fare ordine, non solo materiale, ma soprattutto spirituale, ti dà la possibilità di

entrare in contatto con la bellezza del creato e poterne ascoltare i rumori, il silenzio, i

profumi.

Camminare insieme permette di costruire una comunità solida, di parlare, di aiutarsi, di

condividere una borraccia, un pezzo di mela e la fatica, a volte nascosta in noi, di far

uscire emozioni, sensazioni, tutto ciò che a volte, per troppo tempo, teniamo dentro, i

nostri fantasmi, le nostre preoccupazioni, il nostro essere.

La strada mette a nudo le nostre debolezze, i nostri limiti, ci rende più veri e ci permette di

incontrare gli altri senza finzioni.

Solo chi condivide la stessa fatica può comprenderla, solo chi cammina con un amico può

dire di conoscerlo; camminare insieme in gruppo ci fa capire che la nostra strada non è

solitaria, ma ha una direzione, uno scopo, un obiettivo, un valore comune.

La strada non si compie, ma diventa un punto di incontro, ci sorprende ci educa e si

percorre insieme. Ci insegna a diventare comunità, fraternità. E’ questo il primo segno di

speranza che ho colto in questa route: fratelli tutti, come ci insegna papa Francesco,

portando nel cuore anche chi in quel momento per vari motivi non poteva essere lì con noi.

In questo senso, mi ha commosso il gruppo di Trecate, che per motivi di età non ha potuto

partecipare, ma ha voluto comunque essere presente in mezzo a noi, realizzando e

donandoci il ciondolo in legno con la scritta pellegrino di speranza.

In realtà i segni di speranza lungo il cammino e durante i vari incontri con persone

significative sono stati davvero tanti.

Arrivando alla base scout di Bagneri, borgo completamente ristrutturato per accogliere i

pellegrini, abbiamo avuto l’onore di ascoltare la testimonianza di Don Giovanni Gallo,

parroco della piccola comunità. Ci ha invitato ad essere tutti portatori di speranza: ognuno

di noi deve fare nel suo piccolo la sua parte.

Silvana Rossano, giornalista del quotidiano La Stampa, sabato sera ci ha trasmesso valori

alti: un percorso di pace, speranza e bellezza, tra poesia e canto. La sua voce e la sua

dolcezza, accompagnata dalle note musicali del marito, ha toccato profondamente il cuore

di tutti noi in un’emozione unica.

Trascrivo qui le parole di uno dei brani che mi hanno colpito di più:

“Mare nostro, tu sai chi li guida, è quel dio che non ha frontiere, che cammina sull’acqua e

sul fuoco e che spezza tutte le catene, è il dio di tutti coloro che combatte la fame, la

guerra e per lui nessuno è straniero come in cielo così in terra, sono loro la storia del

grano il fuoco che torna al tramonto il pane spezzato e diviso alla fine del giorno”.

La serata si è conclusa gustando un buon Genepì e le nostre tegole valdostane,

apprezzati da tutti.

Domenica mattina, ultimo giorno di route, abbiamo incontrato Sara, che attraverso la sua

testimonianza di una vita spesa nel servizio in cui crede profondamente, quello per i

ragazzi e ragazze sordo muti, ci ha fatto toccare con mano che la diversità non esiste e

che speranza vuol dire determinazione e inclusione, vuol dire camminare insieme a chi

nella vita è più in difficoltà, tutto diventa possibile, ma costa fatica e voglia di mettersi in

gioco.

Per comunicare con un non udente bisogna entrare in relazione con lui, è necessario non

perdere mai il contatto visivo, ma non basta guardarlo e farsi guardare, bisogna entrare in

simbiosi, bisogna mettersi in una relazione totale e mettersi in gioco.

Speranza vuol dire far sì che i nostri gruppi, la nostra società diventino comunità e vere

fraternità.

Spes non confundit: la speranza non delude, come recita la bolla di indizione del Giubileo.

Si tratta di interconnettersi, di intrecciarsi uno con l’altro, così come le nostre parole di

speranza durante la route si sono mescolate alla luce della gioia e delle bellezze che dio

Padre e creatore ci ha fatto vivere e toccare con mano in questi giorni.


Il segretario regionale DOMENICO D’IMPERIO

   Il servizio fotografico è della nostra amica ALESSANDRA BEDINI - Masci Lombardia

Comunità S.Anselmo

Comunità S. Pietro